Il sorriso è il biglietto da visita di ognuno di noi. Quindi è normale, se si sono persi dei denti, che si voglia tornare a sorridere con fiducia.
Qual è la soluzione migliore per rimpiazzare i denti persi? Ponte o impianto dentale?
È normale avere dei dubbi e oggi siamo qui per aiutarvi a chiarirli.
Meglio un ponte o un impianto dentale?
Cerchiamo di capire cosa sia un ponte e cosa un impianto dentale.
Innanzitutto, dobbiamo dire che non sono soluzioni intercambiabili. Servono per situazioni diverse e si basano su procedure differenti.
Sebbene vengano usate per ristabilire una dentatura corretta, le due tecniche hanno delle differenze significative.
Un ponte è una protesi dentale fissa che viene cementata sui denti naturali, formata da tre o più corone dentali. Per fissarle si usano i denti vicini, che verranno limati e in alcuni casi devitalizzati per farne il pilastro del ponte.
Un impianto dentale è una soluzione più frequente. L’elemento dentale viene sostituito con degli attacchi in titanio che vengono inseriti direttamente nell’osso del parodonto, rimpiazzando la radice del dente. Sopra viene inserita una corona protesica creata ad hoc per la persona, che va a sostituire il dente vero e proprio.
Applicare l’una o l’altra soluzione è una decisione che spetta al dentista, dopo aver eseguito una visita e aver fatto tutte le indagini necessarie.
Ponte dentale: quando sceglierlo e quando no
Il ponte non è quasi mai la prima soluzione che viene proposta. Questo perché la limatura e la devitalizzazione dei denti che devono fare da pilastro li rende più fragili e li espone a infezioni e malattie.
Anche se non siamo di fronte a un’operazione chirurgica, è comunque un trattamento invasivo, che richiede un certo impegno da parte del paziente. La limatura del dente per incapsularlo, consiste, di fatto, nella rimozione di tessuto per creare un moncone.
I denti pilastro devono essere sani e solidi, denti cariati o instabili non possono essere presi in considerazione.
I vantaggi di questa soluzione sono:
- Evitare un intervento chirurgico con relativi punti; quindi è adeguato a persone che hanno anche patologie complesse;
- È un trattamento piuttosto breve, si parla di 2 o 3 settimane per avere protesi fisse definitive.
Impianto dentale: quando sceglierlo e quando no
L’impianto dentale è la soluzione più affidabile e che dura di più nel tempo.
Le viti in titanio usate al posto della radice sono studiate per integrarsi nell’osso, dando molta stabilità.
Questa tecnica viene usata per qualsiasi tipo di mancanza di denti, sia parziale che totale. È infatti molto più versatile del ponte dentale.
Requisito fondamentale per questa soluzione è la presenza di un certo volume osseo su cui inserire la radice.
Nonostante questo, grazie alle moderne tecnologie, si può sopperire alla mancanza di osso con una procedura rigenerativa dello stesso.
I risultati offerti dall’impianto sono più affidabili, duraturi e stabili del ponte, inoltre non intacca la salute dei denti limitrofi, che non vengono interessati dall’intervento, a differenza dell’inserimento di un ponte.
Lo svantaggio è nei tempi, che sono leggermente più lunghi. Ci vuole qualche settimana perché l’osteointegrazione vada a buon fine. L’osteointegrazione è il processo attraverso il quale la vite si fonde con l’osso.
Una forma implantologica innovativa
C’è una forma di implantologia innovativa che rappresenta un’alternativa valida in sostituzione dell’implantologia tradizionale. Si tratta dell’impianto dentale a carico immediato. Il “carico immediato” permette di applicare in una seduta l’impianto e la protesi fissa provvisoria.
