La devitalizzazione fa parte degli interventi dell’endodonzia, ovvero quella branca dell’odontoiatria che si occupa dell’interno del dente.
È un intervento indolore che si pratica in presenza di infezioni gravi all’interno del dente, causate da batteri che normalmente vivono in bocca e la cui proliferazione è favorita da:
- Traumi
- Invecchiamento
- Carie profonde
- Prima di procedere alla devitalizzazione di un dente, di solito, si esegue una radiografia per accertarsi del reale stato della polpa del dente.
La devitalizzazione si esegue per salvare il dente e non rimuoverlo.
Quando si devitalizza un dente?
Un dente va devitalizzato quando la polpa, il tessuto molle all’interno del dente si infetta.
Le cause possono essere: - carie profonda;
- interventi chirurgici riusciti male;
- dente rotto o scheggiato;
- trauma grave anche senza rottura.
- Nel caso del trauma il rischio è che si crei un’infiammazione che progredisca fino a creare un’infezione e, di conseguenza, un ascesso.
Prima di devitalizzare un dente, si procede a una ortopanoramica per vedere in che condizione è la polpa dentale. È molto importante accertarsi dell’entità dell’infezione, perché in casi gravi si può arrivare alla morte del dente e a intaccare anche la salute dell’osso.
Tra i sintomi caratteristici ci sono: - Dolore alla masticazione;
- Dolore quando si beve o mangia un alimento caldo o freddo.
- Se non si interviene tempestivamente, possono presentarsi i seguenti sintomi:
- gonfiore della gengiva;
- perdita di pus;
- gonfiore del viso;
- cambiamento di colore del dente.
- In caso di dolore al dente è importante rivolgersi al dentista per accertarsi della salute del proprio cavo orale.
La devitalizzazione permette di salvare il dente e di risolvere l’infezione, spesso, soprattutto quando si usa una corona, può durare anche 8-10 anni. Maggiore sarà la cura dell’igiene orale e del numero dei denti naturali rimasti, maggiore sarà la riuscita dell’intervento.