Alveolite dentale
Come gestire l’infiammazione delle radici dentali

Alessandro Gentili

L’alveolite è un’infiammazione acuta della cavità ossea in cui si trovano le radici dei denti, l’alveolo.
L’alveolite è una complicazione che si presenta raramente dopo l’estrazione di un dente gravemente compromesso, come carie profonde, pulpiti o granulomi.

Le cause sono sconosciute, ma ci sono dei fattori scatenanti, come fumo, infezioni, aumentata fibrinolisi del coagulo intralveolare, trauma chirurgico e terapie farmacologiche.

Dopo qualche giorno dall’intervento, può manifestarsi l’infezione con dolore intenso, alitosi e gonfiore dei linfonodi.
Di solito si interviene con un trattamento antinfettivo locale, associato a antibiotici, antinfiammatori e una specifica igiene orale.
 

Cos’è l’alveolite?


L’alveolite dentale è un’infiammazione, che interessa soprattutto la zona dove è stato estratto un dente. Si presenta quando la normale coagulazione del sangue, nella cavità dove prima alloggiava il dente, è disfunzionale.
L’osso alveolare sostiene e circonda la radice dentale, dopo l’estrazione l’alveolo comunica direttamente con la cavità orale.
 

Che cos’è l’alveolo dentale?


L’alveolo è la cavità ossea che rimane dopo che è stato estratto un dente. Può essere unica o suddivisa in setti ossei interradicolari, questo dipende dal dente che è stato avulso, se è mono o pluriradicolato, ovvero se ha una o più radici.
 

Quali sono le cause?


Le cause ancora non si conoscono bene, ma sono da ricercare in fattori che potrebbero predisporre all’insorgere del processo flogistico. Questo è una specie di allerta che arriva al nostro organismo quando è in corso qualche pericolo, così che il corpo si attivi per produrre una risposta.
L’unica causa che la comunità scientifica concorda nell’associare all’alveolite, che ha prodotto diverse evidenze scientifiche, è il fumo. Le statistiche dimostrano che quest’abitudine aumenta l’incidenza dell’alveolite, perché la nicotina agisce da ischemizzante, riducendo la disponibilità di ossigeno necessario ai tessuti per velocizzare la guarigione.
Questa problematica insorge, di solito, dopo un’estrazione dentale, ma la sua incidenza è davvero bassa: 1-2% di casi. Di solito si presenta quando il tessuto o i denti vicini sono già infetti o gravemente lesionati, per esempio per carie profonda, pulpite o granuloma.
Le alveoliti più comuni interessano i denti del giudizio.

Alveolite dentale 

 

Quali sono i fattori scatenanti?


I fattori scatenanti sono di solito i traumi chirurgici. Più l’intervento è invasivo, maggiore è la probabilità che si manifesti un’alveolite, ma anche le condizioni patologiche per cui si pratica l’intervento influiscono.
Altro fattore che può portare a complicazioni è la presenza di denti inclusi, ovvero quel tipo di denti che non riescono a erompere dalla gengiva, ma anche di denti posizionati male o altre situazioni che rendono l’intervento più traumatizzante per i tessuti parodontali.
La presenza di un’infezione, come carie, pulpite o granuloma, prima dell’intervento, può complicare l’estrazione di un dente e la guarigione post-intervento. La probabilità di insorgenza dell’infiammazione aumenta in base allo stato di salute generale del paziente, all’assunzione di farmaci e alla concomitante presenza di altre patologie.
Un’altra ipotesi molto accreditata è che la lisi precoce del coagulo sanguigno intralveolare, possa favorire l’insorgere dell’alveolite. Dopo l’estrazione del dente, di solito, c’è sanguinamneto locale, seguito da un coagulo nell’alveolo, che blocca il sanguinamento, protegge i tessuti e fa da base per l’organizzazione del tessuto di granulazione, da cui dipende la formazione di nuovo tessuto osseo.
Per arrestare la normale emorragia di sangue che si produce in seguito all’intervento, si applica una garza di cotone sterile, che viene premuta dal paziente per 20-30 minuti. Quando si presenta alveolite post-estrattiva, il coagulo si stacca e si sposta o si disintegra prima del tempo dovuto. I tessuti rimangono scoperti e sono più vulnerabili all’attacco di batteri. L’esposizione dell’alveolo diventa un rallentamento della normale guarigione dopo l’intervento.
Le donne, rispetto agli uomini, sono più esposte al rischio di alveolite, influenzata, a quanto pare, dagli estrogeni. Quando gli estrogeni sono presenti in quantità elevate nel sangue, quindi nelle prime settimane di ciclo mestruale, o quando si assumono contraccettivi orali, la ferita tende a guarire più lentamente. Per questo, si tende a consigliare di sottoporsi a estrazione dentale nell’ultima settimana di ciclo mestruale, quando i livelli di estrogeni sono più bassi.
Ci sono poi altri fattori che possono contribuire: scarsa igiene orale, malattia parodontale cronica, sciacqui troppo energici e abbondanti, suture, precedenti episodi di alveolite, assunzione di corticosteroidi.
 

Come riconoscere l’aleveolite


Quali sono i sintomi dell’alveolite? Come possiamo capire se abbiamo un’alveolate in corso?
L’alveolite, se presa in tempo, non è una condizione grave, ma è fastidiosa. L’infiammazione può durare da alcuni giorni a diverse settimane.
Ha una sintomatologia specifica e insorge dopo 3-4 giorni dall’estrazione:

  • primi giorni dopo l’estrazione: fastidio dovuto all’intervento, di solito diminuisce col passare del tempo;

  • dopo 3-4 giorni: il dolore diventa più intenso;

  • dopo 4 giorni, il dolore si irradia nelle zone limitrofe all’alveolo interessato e lungo le parti innervate dal nervo trigemino. Questo tipo qui è resistente ai comuni analgesici.





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I sintomi


L’alveolite dà dolore, che diventa più intenso dopo qualche giorno dall’estrazione. Compare anche alitosi e gonfiore dei linfonodi regionali. L’indolenzimento si estende a tutta l’area angolare della mandibola.
L’alveolo appare vuoto e grigiastro, in alcuni casi vi si depositano anche resti di cibo.
Può presentarsi una secrezione purulenta, ma è una condizione rara.
Il dolore spesso si irradia al collo e all’orecchio.

Alveolite dentale

Cosa comporta l’alveolite, nella maggior parte dei casi?

  • dolore intenso e pulsante in corrispondenza dell’alveolo interessato

  • arrossamento lieve della gengiva e gonfiore

  • alitosi

  • percezione di cattivo sapore

  • indolenzimento o dolore della mandibola.





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  • Quando si ha un’alveolite, può manifestarsi anche febbre, ingrossamento dei linfonodi, dolore al collo, dolore all’orecchio e, se la situazione si aggrava, mal di testa, ipersensibilizzazione cutanea, gonfiore del volto.
     

    Complicazioni


    Se non curata in tempo può degenerare in osteite, che consiste nell’ispessimento e deformazione del tessuto osseo.
     

    Come ricevere una diagnosi e quando rivolgersi al dentista


    Per avere una diagnosi certa bisogna rivolgersi al proprio dentista di fiducia.
    Bisogna sottoporsi a una visita in cui verrà ispezionata la bocca, durante la quale si andrà ad accertarsi che il coagulo si sia liso. Nei casi tipici, l’alveolo è maleodorante e grigiastro, è presente dolore pulsante, che non risponde agli antidolorifici.
    Dopo l’aspirazione la cavità è vuota e siamo di fronte a un’alveolite secca, priva di tessuto di granulazione e con le pareti ossee lucide.
    Alla palpazione o al semplice contatto, si prova un intenso dolore, la mucosa si arrossa, come anche la gengiva, che circonda l’alveolo.
    Per confermare la diagnosi c’è bisogno di una panoramica.
    Se dopo 2 o 3 giorni da un’estrazione dentale il dolore si intensifica, è meglio rivolgersi al dentista, per fare accertamenti.
     

    Come si tratta l’alveolite?


    L’alveolite non è un disturbo grave, ma è molto fastidiosa per chi ne soffre. Per curarla nel modo giusto è bene rivolgersi a un dentista. Poiché non si conoscono le cause, non c’è una terapia eziologica, ovvero rivolta a eliminare direttamente la causa.
    Il trattamento riguarda i sintomi e serve a controllare il dolore e a migliorare la guarigione. La sintomatologia dolorosa dura per 1-2 settimane, se non si attenua, il dentista può pensare di applicare una medicazione analgesica nell’alveolo post-estrattivo, che verrà sostituita tutti i giorni finché il paziente non avvertirà più dolore.

    Ci sono diversi modi di intervenire, dagli sciacqui con collutori, all’uso di analgesici locali, da associare ad antinfiammatori e antibiotici, che il dentista prescriverà nei dosaggi e tempi adeguati.
    È consigliabile curare l’igiene orale con molta attenzione e usare uno spazzolino con setole morbide.
    Possono essere eseguiti lavaggi con soluzione fisiologica per liberare l’alveolo da residui alimentari e da altri corpi estranei. Il dolore regredisce rapidamente dopo l’applicazione locale di un analgesico di ossido di zinco.
    Nei casi più gravi l’odontoiatra può effettuare la pulizia dell’alveolo o, procedere all’ablazione di un frammento dell’osso coinvolto dall’alveolite.
     

    L’alveolite può essere prevenuta?


    Seguire alla lettera le indicazioni del dentista è un buon atteggiamento per evitare complicazioni. Infatti, lui conosce il quadro generale della salute del paziente e le eventuali problematiche, per cui può dare indicazioni personalizzate ed efficaci.

    Per ridurre la possibilità di alveolite, si possono adottare una serie di accorgimenti.

    Prima dell’intervento:

  • sottoporsi a pulizia dei denti professionale presso il proprio dentista, almeno 10 giorni prima dell’intervento

  • nei giorni precedenti l’estrazione e in quelli subito dopo, fare sciacqui con collutori a base di clorexidina per tenere a bada la carica batterica nel cavo orale.





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  • Dopo l’estrazione del dente:

  • tenere il tampone di garza sterile sulla ferita per favorire la formazione del coagulo

  • non effettuare sciacqui energici per 24 ore ed evitare manovre che potrebbero spostare il coagulo

  • evitare di toccare con la lingua la zona dell’estrazione

  • lavare quotidianamente l’alveolo con acqua fisiologica, o con prodotti indicati dal dentista

  • evitare di assumete farmaci a base di salicilati che possono compromettere la coagulazione

  • evitare gli spazzolini elettrici per evitare lesioni, meglio usare uno spazzolino a setole morbide

  • non bere bevande troppo calde o troppo fredde, e non mangiare cibi troppo caldi o troppo freddi

  • evitare di masticare sul lato dell’estrazione, così da evitare che si depositi cibo nell’alveolo.





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  • Seguire queste regole e praticare una buona igiene orale fa sì che la zona dell’estrazione sia meno soggetta a infezioni.

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